La ricarica domestica delle auto elettriche offre comodità e praticità per gli utenti, ma ciò non significa che ogni soluzione sia necessariamente efficace o sicura. La ricarica tramite presa Schuko è spesso considerata una delle opzioni più immediate, soprattutto per chi sta muovendo i primi passi con la mobilità elettrica. Ma quanto è davvero adatta questa soluzione? Analizzeremo i limiti tecnici e i rischi, approfondendo casi reali di malfunzionamenti e confrontando i tempi di ricarica effettivi per le auto elettriche più diffuse in Italia.
Perché la presa Schuko sembra una scelta “comoda”?
Le prese Schuko sono onnipresenti nelle case italiane, utilizzate principalmente per elettrodomestici come frigoriferi, lavatrici e altri dispositivi con moderato assorbimento di potenza. Essendo già presenti negli impianti domestici, molti utenti ritengono che usarle anche per ricaricare un’auto elettrica sia una soluzione intuitiva, economica e senza costi aggiuntivi.
Tuttavia, questa “comodità” nasconde alcune problematiche che potrebbero trasformarsi in gravi rischi o limiti funzionali nel lungo periodo. Approfondiamo insieme i principali punti critici.
I limiti tecnici della ricarica tramite presa Schuko
1. Rischio di surriscaldamento
Le prese Schuko non sono progettate per sostenere un assorbimento di corrente elevato per lunghi periodi. La ricarica di un’auto elettrica, che può durare diverse ore, genera un carico continuo che potrebbe causare:
- Surriscaldamento dei contatti: Un aumento della temperatura eccessiva può portare al deterioramento della presa, fino a causare fusione delle parti in plastica.
- Rischio di incendi: Se il surriscaldamento non viene rilevato in tempo, potrebbe verificarsi un cortocircuito, aumentando il rischio di incendi domestici.
Un esempio reale? Un report segnala diversi casi in Italia in cui prese Schuko utilizzate per la ricarica notturna hanno subito danni irreparabili, con conseguenze talvolta gravi.
2. Potenza limitata
Le prese Schuko supportano una potenza massima di circa 2,3 kW (in condizioni ottimali). Questo valore è molto inferiore rispetto a quanto necessario per una ricarica rapida ed efficace. Ciò si traduce in:
- Tempi di ricarica lunghi: Per caricare un’auto elettrica con una batteria da 50 kWh tramite una presa Schuko, possono essere necessarie oltre 20 ore.
- Efficienza ridotta: All’aumentare dei tempi di ricarica, aumenta anche la dispersione energetica, traducendosi in un costo maggiore finale per l’utente.
Consideriamo ad esempio una Fiat 500e con batteria da 24 kWh. Usando una presa Schuko, potrebbero volerci circa 10-12 ore per una ricarica completa. Un tempo significativamente più lungo rispetto a una wallbox, che supporta potenze di 7 kW o superiori.
3. Usura dell’impianto elettrico domestico
L’utilizzo prolungato della presa Schuko per carichi elevati tende a mettere sotto stress l’intero impianto elettrico. Questo può causare:
- Degrado dei cavi: Gli impianti domestici più vecchi, spesso, non sono progettati per gestire carichi continui di questa portata.
- Rischio di blackout: Certi impianti possono facilmente superare la capacità nominale, portando a disconnessioni frequenti o, nel peggiore dei casi, al blocco totale dell’impianto.
È importante verificare non solo la qualità della presa Schuko, ma anche l’idoneità dell’intero impianto domestico.
Casi reali di malfunzionamenti con la ricarica tramite presa Schuko
Diversi utenti hanno condiviso esperienze negative legate alla ricarica tramite presa Schuko. Un caso molto discusso riguarda un modello di Renault Zoe, con una batteria da 52 kWh:
- L’utente aveva scelto di ricaricare l’auto per tutta la notte tramite una presa Schuko in un garage di casa.
- Dopo circa 7 ore, la presa ha mostrato segni di surriscaldamento, con conseguente odore di plastica bruciata.
- Fortunatamente, il carico è stato interrotto automaticamente dal sistema di protezione dell’auto, ma i contatti della presa risultavano già compromessi.
Un altro esempio riguarda una Tesla Model 3 Standard Range. Qui il problema non era solo tecnico, ma anche legato al fattore tempo. La batteria da 50 kWh richiedeva oltre 24 ore per una carica completa tramite presa Schuko, rendendo impossibile l’utilizzo quotidiano dell’auto.
Alternative sicure ed efficaci alla presa Schuko
Se la presa Schuko rappresenta un compromesso per chi ha esigenze limitate o occasionali, per la ricarica regolare è consigliato optare per alternative più sicure ed efficienti, come:
- Wallbox: Una soluzione dedicata e progettata per erogare potenze più elevate, riducendo i tempi di ricarica e migliorando la sicurezza. Disponibile in diverse configurazioni, fino a 22 kW.
- Punti di ricarica pubblici: Ideali in caso di emergenze o per chi non può installare una wallbox a casa. Offrono potenze maggiori rispetto alla Schuko standard.
- Colonnine Fast Charge: Disponibili in molti spazi urbani, consentono di ricaricare parte della batteria in 30-40 minuti.
Il compromesso della Schuko è davvero conveniente?
La ricarica tramite presa Schuko può sembrare una soluzione rapida ed economica per chi muove i primi passi nel mondo delle auto elettriche. Tuttavia, i rischi tecnici e i limiti di questa scelta la rendono poco adatta a chi intende utilizzare l’auto elettrica quotidianamente. Investire in sistemi dedicati, come una wallbox, rappresenta una scelta più sicura, efficiente e a lungo termine anche sotto il profilo economico.